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Quando è il team che tira su il morale al leader ☺️
La scorsa settimana abbiamo ripreso l’attività dopo quasi due mesi di “pausa forzata” a causa del Coronavirus.
Durante questo periodo abbiamo messo in atto una serie di iniziative al fine di mantenere alto il morale del team, dalla formazione a distanza, ai gruppi di studio su varie tematiche, con incontri virtuali di crescita personale di gruppo e colloqui personali…
Ho tenuto anche una serie di dirette, interviste e webinar sui vari gruppi social, condividendo queste strategie con i colleghi, offrendo consigli e suggerimenti per raggiungere l’obiettivo fondamentale di arrivare con un team motivato e pronto a ripartire con energia e positività.
L’ultima cosa che mi sarei aspettato è di essere io ad avere un momento di smarrimento e depressione nei primi due giorni di riapertura 😩
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I primi due giorni sono stati per me davvero deprimenti: nonostante il lavoro eccellente svolto da diversi gruppi per pianificare tutto il possibile in anticipo, come direttore sanitario sono stato letteralmente sopraffatto dalle preoccupazioni per i tempi delle nuove procedure di igiene e sanificazione, per verificare che un team di oltre 50 persone le mettesse scrupolosamente in pratica, oltre al timore di "scoprire" in pratica la reazione dei pazienti... Saremmo stati in grado di comunicare protezione e sicurezza, senza far diminuire quella sensazione di accoglienza e calore umano che è la vera chiave del successo nella relazione e che è così apprezzata dai nostri pazienti?
Mi sentivo come se il peso della responsabilità fosse talmente gravoso da rendere quasi inutile cercare di fare appello alla forza di volontà per sopportarlo 😓

Oltre ad abituarsi ai nuovi DPI (dispositivi di protezione individuale), oggettivamente molto più scomodi e pesanti sia per la respirazione sia per la traspirazione, la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la sensazione davvero deprimente e avvilente quando ci si trova a dover effettuare prime visite senza poter stringere la mano ai pazienti e indossando una mascherina che copre reciprocamente la maggior parte dell’espressività non verbale.
Si aggiunga che il primo giorno, per l’applicazione della legge di Murphy (“Se qualcosa può andar male, andrà…”), gli aspiratori del primo piano della clinica hanno iniziato a fare le bizze, proprio in un momento in cui l’aspirazione è fondamentale per ridurre al minimo i rischi legati all’aerosol.
Insomma, ho avuto veramente l’impressione di essere avvolto in una nube “scura”, che ha letteralmente prosciugato le energie rimanenti dopo che per due mesi avevo lavorato per sostenere gli altri e “predicato” la panacea universale per prevenire quel malessere da riapertura, che puntualmente ha colpito me per primo: insomma, me la sono tirata 😣

La forza di un team motivato
Il nostro team ha immediatamente notato il mio umore e, contraddicendo le regole che normalmente vorrebbero i team allo sbando quando il leader è nello sconforto, ha reagito all’opposto, con una esecuzione impeccabile delle procedure e addirittura risolvendo in autonomia ed efficacia i piccoli problemi che sorgono quando dalla teoria si passa alla pratica.
Anzi, anche i grandi problemi: avevo chiesto a tutti di fare in modo di evitare tensioni alla riapertura e, appena sono stato messo al corrente del malfunzionamento intermittente degli aspiratori, poco ci è mancato che fossi io per primo a scaricare sugli altri il mio stress e la mia immotivata frustrazione: sì, ho scritto proprio immotivata, perché appena hanno immaginato la mia possibile reazione, mi hanno subito rassicurato che avrebbero risolto nella pausa pranzo, stalkerando il nostro povero tecnico della manutenzione, che come sempre ha dato prova della sua professionalità, catapultandosi da noi per risolvere il problema (posso solo immaginare terrorizzato dall’immagine di uno stuolo di segretarie e assistenti che non avrebbero certo accettato un “vengo domani” come risposta 😬).
Il terzo giorno eravamo già praticamente rodati: i pazienti entusiasti delle nuove procedure che le segretarie hanno presentato a ogni singola persona con cordialità e ammirevole empatia (nonostante si siano trovate il lavoro di segreteria quasi raddoppiato fra triage telefonico e accoglienza in "sicurezza" dei pazienti); le assistenti e i clinici "tarati" sui tempi della sanificazione, aiutandosi a vicenda per evitare ritardi ai pazienti e correggere nei giorni successivi le tempistiche per ogni tipologia di appuntamento, in modo da non dover fare nulla di fretta, ma neppure perdere tempo.
Quello che mi ha stupito è soprattutto il fatto che nessuno ha evidenziato il mio stato d’animo, nettamente percepibile, ma tutti hanno dimostrato in pratica la voglia di “farcela” e di farlo nel migliore dei modi.
È stato meraviglioso vedere il loro entusiasmo, la soddisfazione e la gratificazione di coloro che mi stanno più vicini quando si sono resi conto di essere stati in grado di sciogliere le mie preoccupazioni con la loro professionalità e raddoppiato impegno.
Alla fine della settimana, pur rimanendo ancora qualche piccola rifinitura pratica da “limare”, il team si è praticamente riorganizzato, attuando quanto programmato, non in modo "pedestre" bensì al contrario adattandolo e migliorandolo di giorno in giorno, direi quasi di ora in ora.

La morale è sempre quella…
Lavorare sul team, sulla formazione non solo tecnica, ma soprattutto valoriale, sul senso di appartenenza e coinvolgimento risulta il migliore investimento in assoluto.
L’ho sperimentato in tante occasioni, dai corsi di comunicazione e seguiti da straordinari risultati economici e dal netto miglioramento del clima aziendale, con una maggiore efficacia e collaborazione fra tutti i ruoli (assistenti, segretarie, medici, igieniste e tecnici), che si integrano e si potenziano a vicenda invece di contrapporsi (come purtroppo spesso capita in tante realtà, in cui non si lavora sulla componente umana del team).
Mi mancava, nella mia esperienza decennale, essere testimone in prima persona di una dimostrazione pratica di un principio che la teoria comune contraddice: la capacità di un team motivato di re-infondere al leader la fiducia che ha da lui ricevuta, in un momento di suo personale sconforto.
Questa “scoperta” è stata una iniezione di energia pura, anzitutto perché mi sono reso conto che il leader non ha sempre bisogno di mostrarsi un super-eroe: investendo nel rapporto umano con il team, tutti si mostrano comprensivi e vorrei addirittura dire "affettuosi" nel sostenersi a vicenda. Dirò di più, sembra quasi che tutti si siano impegnati ancora di più per “sovra-compensare” ottimismo, positività e ricerca di soluzioni pratiche ai problemi, compreso il mio stato emotivo.
In secondo luogo, ma non per importanza, ho “sentito” la forza che si sprigiona dall’avere investito energie e tempo in questi mesi per motivare e preparare tutti alla ripresa (con i senno di poi, magari ne avrei potuta riservare un pochina anche per me 😜 anche se avevo già effettuato un netto aumento delle pratiche di rilassamento e meditazione, figuriamoci non le avessi fatte 🤯).

Ci sono momenti in cui la forza del team è fondamentale e questi sono proprio i momenti di crisi, quando occorre affrontare cambiamenti in modo veloce ed efficace, soprattutto di fronte a pericoli reali e concreti, che minacciano la tenuta del gruppo.
Il leader è fondamentale come punto di riferimento per l'unità del gruppo, ma la vera forza non nasce dalla “straordinarietà” della forza di sopportazione del leader, bensì dalla capacità del team di affrontare insieme le difficoltà, serrando i ranghi e sostenendosi a vicenda.
Sono orgoglioso di avere al fianco persone che hanno dimostrato il loro valore oltre ogni aspettativa, superando la “teoria” e confermando nei fatti che i valori condivisi sono le basi solide del successo, in ogni situazione ci si trovi, ma soprattutto in quelle che richiedono un maggiore impegno.
Mai come in questa settimana mi sono reso conto dell’importanza del team: ora capisco molto meglio perché molti di coloro che ci sono venuti a trovare in clinica e hanno frequentato i nostri corsi siano rimasti affascinati più dalle persone che dall'organizzazione e abbiamo apprezzato particolarmente le sessioni a gruppi, in cui ogni partecipante in base al ruolo (assistenti, segretarie e medici) si può confrontare direttamente con i membri del nostro team che condividono la loro esperienza e la loro energia travolgente, che quotidianamente dimostrano in pratica sul campo.
Non posso che invitarvi a venirici a trovare e verificarlo di persona 😉
