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Come uscire da una discussione inutile
Oggi un post breve scritto di getto, originato da uno scambio di battute che ci offre lo spunto per capire come sfilarsi da una discussione in cui l’interlocutore non ha argomenti, ma non vuole comunque ascoltare.
L’antefatto
Si stava discutendo sul fatto che per motivare il personale gli incentivi economici funzionano meno bene del riconoscimento di un lavoro ben fatto, tramite meritati e oggettivi complimenti. Il punto in discussione era se questi complimenti funzionino anche qualora i dipendenti sappiano che li riceveranno solo perché questo li rende più produttivi (e quindi fa risparmiare l’imprenditore nel non dover utilizzare incentivi economici).
L’interlocutore sosteneva che, siccome è dimostrato che i complimenti funzionano meglio degli incentivi economici, basta farli, anche senza “trasporto”.
Sostenere una convinzione tratta dalla tua esperienza personale, è più che legittimo, ma non la rende giusta a priori o addirittura la più giusta, come avrebbe voluto far credere il nostro interlocutore. Purtroppo per lui e fortunatamente per i dipendenti, è smentita dalle più recenti e accreditate ricerche in ambito di psicologia del lavoro e leadership.


Il casus belli
Ed ecco che a questo punto, l’interlocutore liquida come “supercazzola” tutto quanto non rientra nelle sue conoscenze, dando per scontato che nessuno possa saperne più di lui.

Bollando i miei commenti come “incomprensibili”, lascia intendere che siano ragionamenti astrusi e privi di sostanza: li ho riletti diverse volte e sono certamente ragionamenti articolati e con un linguaggio tecnico, ma dovrebbero risultare comprensibili a chi tiene corsi e scrive libri sull’argomento 🤗
Comunque il colpo di genio è lanciare la sfida sulla documentazione scientifica a sostegno, come se lui solo avesse studiato l’intera materia 🤦🏼
Avendo compreso di aver fatto un passo falso — bastava cercare su internet “servant leadership” e vedere quanta letteratura e di che livello scientifico è presente — cerca al contempo di distogliere l’attenzione dai contenuti e di far scadere la discussione in “caciara”, offendendo a livello personale, in modo da poter evitare di rispondere nel merito alle argomentazioni proposte.

La prima strategia per uscire da una discussione
Quando risulta chiara che non vi è disponibilità a discutere sul merito perché l’interlocutore la porta sul personale, ecco una strategia per troncare la discussione: rispondere con lo stesso tono. Molto probabilmente (spoiler: in questo caso è andata così) l’interlocutore risponderà rincarando le offese e scoprendo il fianco a una risposta che evidenzia la sua mancanza di argomenti e ritorce contro di lui la sua strategia.


Se poi nell’impeto della rabbia si spingesse a scrivere qualcosa di sbagliato, si può rincarare la dose, mostrando che parla abitualmente di cose che non conosce approfonditamente e, questa volta da parte nostra, lasciare intendere che l’abbia fatto anche nell’argomento di cui si discuteva in partenza: in questo caso era così, ma non è una condizione indispensabile per usare questo stratagemma retorico 😉 mi raccomando, da usare con moderazione, non come ho fatto io nell’esempio qui sotto 😬

La seconda strategia per uscire da una discussione
A questo punto, come avevamo previsto, è molto probabile che l’interlocutore cerchi di sfilarsi, salvando la faccia e utilizzando la strategia di riflettere contro di noi le offese che abbiamo usato con lui nella prima strategia.

E a questo punto si può lasciar perdere (misericordiosamente 😇) oppure essere bastardi (io lo sono stato 😈), aggiungendo una battuta finale per svelare l’inganno e smascherando le tattiche usate da entrambe le parti.

Di fatto l’interlocutore NON ha risposto neppure a uno degli argomenti di discussione e ha usato la tattica della “barba finta”, ovvero inventare una scusa per salvare la faccia (in questo caso affermare che non ha tempo da perdere). Un po’. patetico l’ultimo tentativo di passare per vittima con la tattica dello “specchio riflesso”, come si faceva all’asilo quando qualcuno ci diceva “stupido” o “brutto” e rispondevamo “specchio riflesso… lo sei cento volte più di me…” 😂
La terza (e migliore) strategia per uscire da una discussione
Se torniamo all’inizio, invece di montare una sterile polemica, scendendo sul personale e sfidando a portare prove scientifiche (che era semplice verificare esistessero, ma almeno farsi venire il dubbio, resistendo alla tentazione di credersi Pico della Mirandola, unico depositario del sapere universale enciclopedico), sarebbe bastato scrivere:
Per la mia esperienza e per i testi che ho letto, ho sempre pensato così… hai dei testi dove si dimostra quello che dici o deriva solo dalla tua esperienza personale?
In questo modo si sarebbe certamente segnato un punto:
- se esistessero prove scientifiche, non ti potrebbe comunque rispondere in modo “ridicolmente maleducato” e sarebbe costretto a giustificare le sue tesi in modo civile; anche se tu a priori non volessi ascoltarlo e discutere in modo onesto, avresti almeno la soddisfazione di fargli perdere tempo
- se non esistessero testi, l’esperienza personale di chi ti ha contraddetto verrebbe per definizione sminuita, in quando non supportata da prove
- se fossi fortunato, chi ti critica potrebbe fare l’errore di usare la prima strategia e offrirti il fianco per essere messo all’angolo 😜
Nel caso in cui le prove esistessero e fossero pure autorevoli (come quelle da me portate in questo caso), è comunque semplice, se si è utilizzata questa strategia polite sfilarsi dalla discussione rispondendo:
Non li conoscevo, grazie per avermeli indicati. Li leggerò e poi ti farò sapere.
Modo elegantissimo di uscire da una discussione inutile (per entrambe le parti); sarebbe quindi la soluzioni ideale, ma ha un enorme difetto… richiede UMILTA’ ☺️
La morale
Se entri in discussione con qualcuno e ne vuoi uscire senza spuntarti le corna, assicurati di aver studiato (e/o sapere utilizzare) meglio di lui “L’arte di ottenere ragione” di A. Schopenhauer: un delizioso libriccino, breve e pieno di contenuto, anche economico.

E se proprio devi offendere, completa la tua formazione di “Rhetoric for dummies” con un altro grande e fantastico classico dello stesso autore, sempre molto economico e veloce da leggere.

Con un minimo investimento di tempo e risorse, potresti far miglior figura in futuro ☺️